La Capagrossa Coworking presenta La Scuola Open Source

Noi e La Scuola Open Source:

  • non abbiamo una sede fisica pronta, ma siamo già operativi;
  • miriamo a creare un contenitore di conoscenza che generi lavoro;
  • vogliamo valorizzare il territorio, quindi la Puglia, quindi il sud;
  • proveniamo da diversi mondi lavorativi e abbiamo competenze molto differenti, ma tutte necessarie;
  • abbiamo entusiasmo, tante idee da condividere e siamo desiderosi di fare rete il più possibile.

Con questi punti in comune, era assolutamente necessario organizzare un incontro e conoscerci e abbiamo deciso di farlo davanti a tutti.

Così La Capagrossa Coworking ha dato appuntamento ai ragazzi de La Scuola Open Source (La SOS d’ora in poi) ieri sera alle 19.30 all’ex Convento dei Domenicani di Ruvo di Puglia, già contenitore di diverse attività culturali. L’occasione dell’incontro è il tour di presentazione che La Scuola Open Source sta portando avanti in Italia per presentare il progetto con cui hanno partecipato al bando cheFare.

In rappresentanza del folto gruppo misto con quartier generale a Bari, ieri sera sono venuti a trovarci Alessandro, Lucilla, Claudio, Maurizio, Nicolò, Giacomo, Silvia. E nonostante la pioggia, avevamo anche un gradito, partecipe, cospicuo e variegato pubblico.

La presentazione si è svolta alla maniera di un open space technology: nessuno alle spalle e tutti rivolti verso l’argomento centrale della serata ovvero il progetto, gli entusiasmi, le novità, le idee, le genialate ma anche pensieri, dubbi e paure. Un modo di guardarsi direttamente negli occhi e rendere partecipi tutti, un modo per favorire il confronto e la discussione.

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Il concetto di base de La Scuola Open Source è identico a quello di qualsiasi altra scuola: SI VA PER INSEGNARE, SI VA PER IMPARARE. La caratteristica peculiare è l’interscambiabilità di questi ruoli: chi ha insegnato può imparare altro, e chi ha appreso può a sua volta insegnare quello che fa parte del suo bagaglio di origine. Questo crea un circolo di nozioni che vengono continuamente condivise e quindi sviluppate e quindi migliorate, fino a raggiungere l’eccellenza. Scopo finale de La SOS è favorire l’innovazione sociale e tecnologica.

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Ma La Scuola Open Source è anche molto altro. È hackerspace, centro di promozione del riuso, FabLab, comunità di artigiani digitali, maker, artisti, designer, programmatori, pirati, progettisti, sognatori e innovatori, gruppo aperto per la ricerca e (ovviamente) per la didattica rivolto a tutti (ragazzi, adulti, professionisti e manager).

Immaginate di inserire tutto ciò in una scatola trasparente (perchè visibile a tutti) e di shakerarla: quali e quante combinazioni possono generarsi?

Per avere un assaggio delle potenzialità che possono venire a crearsi, si può visitare la pagina Storie e iniziare ad entrare nel vivo de La SOS.

Storie SOS

Un rapido sguardo alle storie raccolte, e già sale la voglia di abbracciare il progetto, di sostenerlo, di esserne anche parte.

Entrare in contatto con La Scuola Open Source non può che ampliare gli orizzonti, aprire le nostre menti e generare nuove idee condivise.

Ecco. È esattamente quello che è accaduto a noi ieri sera.

Ci siamo sentiti parte di una Woodstock dell’Italia meridionale, un rave party di menti geniali e sognatrici, una ciurma di giovani (e meno giovani) con la voglia di creare e di non lasciarsi trascinare dai luoghi comuni della società in crisi economica che mira ad infrangere i nostri ideali e le nostre aspettative.

Questo dopo una pizza e svariate birre.

Ma il senso è: come restare a guardare impassibili cotanta volontà di innovazione e di mettersi in gioco e non volersi buttare nella mischia?

Questi ragazzi sognatori concreti hanno dunque partecipato al bando cheFare con il grande progetto de La Scuola Open Source, dove sono stati selezionati tra i primi 700 progetti e sono passati alla fase delle votazioni on-line insieme ad altri 39 progetti. E’ possibile sostenerli fino al 5 novembre che è praticamente quasi arrivato, quindi

VOTA E FAI VOTARE LA SCUOLA OPEN SOURCE

Nell’ottica dell’open, il progetto con il quale hanno partecipato è visibile, aperto a tutti e commentabile cliccando QUI.

Se si vuole entrare a far parte della community è possibile compilare questo FORM e contribuire alle STORIE.

Noi de La Capagrossa Coworking vi assicuriamo che non ve ne pentirete. E ve lo diciamo perchè ci sentiamo anche noi ormai parte del loro progetto e non vediamo l’ora di iniziare a condividere e condividerci.

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Archeologa per aver tirato a sorte sul modulo dei corsi di laurea. Peccato che poi mi sia piaciuto. Esperta in comunicazione digitale per la promozione del territorio; digital strategist per progetti socio-culturali, musei e siti archeologici. Coworking co-founder. Amo smisuratamente il sud.